Avvertenza ai naviganti: in questo nuovo appuntamento dedicato alla Memoria futura, vi sottopongo una riflessione nata sul finire di quella movimentata e nefasta estate del 2018. Dopo l’articolo originario posto tra virgolette, non aggiungerò post scriptum particolari, ribadendo che le riflessioni sono oggi vive più che mai, nonostante la sinistra sia al governo, si sia ulteriormente frammentata e stia perdendo progressivamente la bussola morale e la consapevolezza del proprio ruolo culturale. Dal punto di vista personale, cosa ovviamente nota agli attenti lettori del blog, sono approdato su posizioni radicali e ho partecipato attivamente alla nascita di +Europa, dando un addio, almeno nell’azione diretta, alla rinascita di una sinistra sinistra ormai impossibile in una coscienza collettiva lordata e inquinata da più di due anni di emerita melma politica.
“Nel periodo caotico che in questo momento pervade il panorama politico italiano, specie a sinistra, è facile ingenerare confusione, allontanandosi dal cuore delle problematiche della società e dello Stato, disaffezionando ulteriormente l’elettorato di riferimento. Inoltre risulta facile, sempre a sinistra, ostacolarsi vicendevolmente nel tentativo di creare un’offerta politica seria e credibile. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti con l’inqualificabile empasse istituzionale che il nostro paese attraversa e le prospettive non raccontano nulla di buono.
Ritengo che l’unico antidoto sarebbe raccontare sempre le cose come di fatto stanno, visto l’uso sistematico nella dialettica politica delle banalità e delle fake news, oltre l’incapacità, a livello collettivo, da parte del destinatario dei processi di comunicazione di verificare la certezza delle notizie di qualsivoglia personaggio politico, dimostrando così un palese cambio di atteggiamento rispetto a quello riservato a Berlusconi, Renzi o altri.
Ovvio direte voi. No, a causa di due variabili importanti: la necessità di risolvere i problemi di comprensione del messaggio politico da parte della platea, del popolo se volete (nota a tutti è l’incisiva fetta di popolazione che presenta caratteri di analfabetismo funzionale); in secondo luogo ricondurre la stessa dialettica politica su temi inerenti l’agenda politica, non invece il contorno, la cornice, quali sono stati i tagli ai vitalizi rispetto al problema serio dello spreco della PA.
Date queste premesse, ovviamente non facili da masticare (ma si tratta di Politica e di lingua italiana), vengo al dunque. Chi potrebbe rappresentare un progetto unitario che sovverta questo status quo di confusione? quale idea potrebbe essere il fulcro di una nuova politica? quali attori coinvolti?
Queste domande non hanno risposte facili, perché spesso osserviamo l’estremismo di destra, chiaro ed evidente, profondamente diffuso nella spina dorsale del paese e che incute un certo timore, facendo calare anche la percezione della sicurezza. Meno però riflettiamo sull’estremismo di sinistra, che oggi come oggi risulta profondamente anacronistico, soprattutto perché non esprime idee in senso progressista, come si diceva una volta, ma in chiave conservatrice. Per chi è di sinistra, nella vita di tutti i giorni, diventa veramente complesso capire quale sia la direzione da seguire, creando forte confusione (elettorato sinistroide dei 5 stelle), distacco dall’azione politica (astensionismo) e ribaltamento dei valori in campo (elettorato della Lega proveniente da circoli di sinistra).
Tante le cause, tra le quali troppa personificazione di Renzi (forse), ma non solo. Concausa è l’ottusità con la quale molti a sinistra fanno della lotta intestina una lotta di classe, contro tutto e tutti, senza poi apportare nulla di concreto alla famigerata agenda politica.
Sul processo di comunicazione politica, da destra e da sinistra, poi è emersa la dicotomia élite/popolare come fondamentale per la soluzione di Governo che, a mio avviso e con taglio veramente molto analitico, sta creando al momento segnali di estrema sofferenza in vari settori della vita di questo paese. Evito di parteggiare in questo post, quindi immaginate grande sofferenza nel reprimere fatti, citazioni ed eventi.
Ma per giungere al nocciolo della questione, al senso profondo di questo intervento, ad oggi ritengo non utile alla causa della costruzione di un’alternativa politica di sinistra a questo lerciume, l’intervento diretto di forze “giovani”, “nuove” e del “popolo”, tenendo conto che verso quella direzione occorre necessariamente andare. Chi si pone al di fuori di questo processo lo fa consapevolmente e dovrà assumersene la responsabilità, vista l’importanza delle questioni in gioco.
In conclusione mi preme sottolineare che solo raccontando nuovamente l’Italia agli italiani potremmo risolvere questa situazione per lo meno pericolosa che riguarda il paese. Ognuno deve dare il suo contributo e dal processo di confronto emergeranno anche programma e leadership.
Una cosa è certa infatti, l’assoluta inadeguatezza di tutti, o quasi, costoro che al momento occupano le istituzioni del paese, pericolo imminente per i processi democratici, che in Italia per certi aspetti non si sono mai del tutto compiuti.
Mettiamoci al lavoro e ritorniamo nelle piazze, con proposte per la gente, tra la gente, da raccogliere e veicolare in un’agenda politica credibile.”.
NB: articolo scritto il 03/09/2018